Curiosità Sonore: Cuffie Chiuse o Cuffie Aperte?
In studio capita spesso di spiegare la differenza tra cuffie aperte e chiuse, e avere un esempio concreto a portata di mano semplifica la comprensione.
Le cuffie chiuse sono utilizzate principalmente nella fase di tracking, ovvero durante la registrazione di voci o strumenti acustici. Questo tipo di cuffie è progettato con padiglioni completamente chiusi, che trattengono il suono al loro interno. In questo modo, si evita che il suono emesso dalle cuffie si sovrapponga alla registrazione captata dal microfono.
Le cuffie aperte, invece, vengono preferite nella fase di mixing e mastering. Il design aperto dei padiglioni permette al suono di passare liberamente, offrendo una maggiore percezione di spazialità e una migliore definizione sonora, caratteristiche fondamentali per un ascolto critico e dettagliato.
Entrambe le tipologie sono disponibili in versioni dinamiche o magnetoplanari:
•Le cuffie dinamiche hanno un design più semplice, sono leggere e compatte, e si trovano in un’ampia gamma di prezzi e qualità. Tuttavia, possono presentare qualche distorsione e dettagli meno raffinati rispetto alle magnetoplanari.
•Le cuffie magnetoplanari offrono una riproduzione sonora estremamente precisa, con vibrazioni uniformi e una distorsione praticamente nulla, anche a volumi elevati. Sono caratterizzate da bassi estesi e controllati, una migliore separazione degli strumenti e un suono più naturale e bilanciato. Tuttavia, sono generalmente più pesanti e ingombranti e richiedono un’amplificazione più potente.
In studio utilizziamo per il tracking le KRK KNS 8400, cuffie chiuse dinamiche che offrono comfort, facilità di regolazione e una pratica manopola del volume integrata nel cavo. Per il mixing e mastering, invece, adottiamo le HIFIMAN Sundara, cuffie magnetoplanari che, grazie all’amplificazione dedicata, garantiscono un ascolto estremamente dettagliato e fedele.
R.B.
P.S. Gli argomenti di Curiosità Sonore sono presentati in modo semplice e accessibile, con l’intento di stimolare la curiosità del lettore e invogliarlo ad approfondire il tema.
